Ascoltiamo Papa Francesco

“L’uomo non si salva da solo”

L’uomo di oggi non sa più chi è e, quindi, fatica a riconoscere come agire bene.

In questo senso, appare decisivo il compito della vostra Congregazione nel richiamare la vocazione trascendente dell’uomo e l’inscindibile connessione della sua ragione con la verità e il bene, a cui introduce la fede in Gesù Cristo. Nulla come l’aprirsi della ragione alla luce che viene da Dio aiuta l’uomo a conoscere sé stesso e il disegno di Dio sul mondo.

Apprezzo dunque lo studio da voi intrapreso circa alcuni aspetti della salvezza cristiana, allo scopo di riaffermare il significato della redenzione, in riferimento alle odierne tendenze neo-pelagiane e neo-gnostiche. Tali tendenze sono espressioni di un individualismo che si affida alle proprie forze per salvarsi. Noi, invece, crediamo che la salvezza consista nella comunione con Cristo risorto che, grazie al dono del suo Spirito, ci ha introdotto in un nuovo ordine di relazioni con il Padre e tra gli uomini.

Il dolore, la sofferenza, il senso della vita e della morte sono realtà che la mentalità contemporanea fatica ad affrontare con uno sguardo pieno di speranza. Eppure, senza una speranza affidabile che lo aiuti ad affrontare anche il dolore e la morte, l’uomo non riesce a vivere bene e a conservare una prospettiva fiduciosa davanti al suo futuro. È questo uno dei servizi che la Chiesa è chiamata a rendere all’uomo contemporaneo.

(Alla sessione plenaria della Congregazione per la dottrina della fede. 27 gennaio 18)

Mi piace una Chiesa inquieta

Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà.

 

Papa Francesco alla Chiesa italiana, Firenze 10 novembre 2015