Un’ora di adorazione eucaristica cambia la vita

Articolo pubblicato oggi ma scritto in occasione del Corpus Domini

Nel nostro santuario l’adorazione eucaristica ha il suo peso. Non rilevante, come dovrebbe. Però è abbastanza sentita.

Ogni giovedì, negli orari di apertura della chiesa, il Santissimo Sacramento viene esposto. E nell’ultimo giovedì del mese è previsto anche un omaggio serale, alle 21, a Colui che è presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità nell’ostensorio.

Si tengono troppi simposi, se non percorsi dal fumo dell’ovvio (il peggiore) certo caratterizzati dalle eccessive parole. Bisogna ritornare all’abc del cattolicesimo.

Infatti, i giovani dialogano a colpi di sms. Ove la grammatica e la sintassi sono sconosciute; e senza che conoscano una virgola di semantica (non dico semeiotica, per carità). Comunicano in gergo (slang, lo chiamano gli esperti, i quali collasserebbero se non saccheggiassero la lingua di Albione).

Nel nostro tempo, percorso da un efficientismo ipocrita, l’Adorazione Eucaristica viene considerata tempo perso. Perso per gl’insensati burocrati del pensiero debole, ma guadagno illimitato per il credente.

Un’ora di adorazione cambia la vita. E non è uno slogan.

Il santo curato d’Ars, illetterato per i filosofi della sua (e nostra) era, ma parroco insuperabile (e – vi confesso un segreto – modello per padre Francesco Maria), un giorno intravvide un contadino seduto sulla prima panca della chiesa. Fissava il tabernacolo. Estasiato. Passa un’ora, due, e il bracciante rimane incollato al suo posto. Immobile nel corpo ma dinamico nello spirito. Allora Giovanni Maria Vianney gli chiede : “Buon uomo, che fa ?”. Risposta: “Io lo fisso e Lui mi fissa” (intendeva Gesù sacramentato). A questo punto, il sacerdote francese gli batté la mano sulla spalla, meravigliato dalla profondità della replica.

Eh, si, questa è la sintesi dell’adorazione: il silenzio e il moto del cuore. Più la gustate e più vi migliora la vita. Sedetevi, distesi, e chiudete gli occhi. Il film della vostra vita – fotogramma dopo fotogramma – occuperà i vostri pensieri. E le vostre preoccupazioni acquisteranno un altro significato. Intendete: non spariranno, solo modificheranno il loro peso nel vostro animo.

Fissate l’ostensorio e sarete rapiti sul Tabor. Per una frazione v’inebrierete del profumo del Cielo. Senza staccarvi dalla Terra, però.

A differenza delle pseudo religioni orientali (e di qualche stupefacente dagli effetti devastanti), il vostro benessere psico-fisico acquisterà una permanenza indefettibile. Perché fondato sulle parole di Colui che promise un giogo leggero e soave.

Conosco paralitici, inchiodati da decenni sulla sedia a rotelle, che ricaricano nell’adorazione la loro speranza, altrimenti scorticata dalla disperazione. Fidatevi dei santi, che fanno dell’Adorazione Eucaristica il centro della loro giornata. Santa Teresa di Calcutta (detta, per antonomasia, Madre) faceva precedere la sua carità inestinguibile dall’adorazione mattutina quotidiana. Evitando così che i suoi sorrisi diventassero smancerie e le sue mani strumenti di una filantropia inespressiva.

Per i mesi di luglio ed agosto l’adorazione nel nostro santuario viene sospesa. È un vuoto a causa del quale non mi dò pace.

Ho proposto a padre Giuliani di sostituirla con l’adorazione notturna. Da mezzanotte alle sette del mattino. Ma ostano problemi di sicurezza; e lo comprendo. Modifico il suggerimento, perciò.

In due giovedì di luglio e in uno in agosto rituffiamoci nell’adorazione eucaristica. Diciamo dalle dieci alle diciotto. Ovviamente si farà se ai padri agostiniani garantiremo un adeguato numero di presenze. Fisso due date (variabili) : il secondo e il quarto giovedì di luglio e l’ultimo di agosto.

Adesso il pallino passa a voi, lettori. Quello che nel gioco delle bocce – praticato in massa dai nostri nonni – è fondamentale.

E rammentate : un’ora di adorazione cambia la vita. Anzi, la rimodella. A misura d’Infinito.

Gaetano