Intervista a Valentina la direttrice

Da poche settimane si è formato in parrocchia il coro dei bambini. Facciamo qualche domanda a Valentina Poloni, la sua giovanissima direttrice.

Che cos’è per te il canto?

Il canto è sempre stata una parte integrante di me stessa, della mia personalità. Canto da quando ho memoria in ogni momento della mia vita e ho sempre pensato che se una mattina mi fossi svegliata senza più poter cantare, non sarei stata più me stessa, avrei perso una parte fondamentale di ciò che mi definisce come persona. Per me cantare è quella cosa che non smetterei mai di fare, che mi riesce bene e senza fatica.

Qual è stato il tuo percorso musicale?

Fin da piccola ho sempre cantato e sono stata a contatto con la musica: i miei genitori ascoltavano e mi hanno sempre fatto ascoltare molta musica di diverso genere e mia nonna era una cantante lirica e a casa sua suonava sempre qualche cd di opera… quindi sono cresciuta con la musica nel sangue. Questa attitudine poi è stata notata dalle mie maestre alle elementari che mi hanno consigliato di iniziare a suonare uno strumento e così ho studiato pianoforte fino alle scuole medie. Ho poi frequentato una scuola media ad indirizzo musicale in cui ho studiato per tre anni violino, ma poi, un po’ per pigrizia, un po’ per i nuovi impegni scolastici, ho abbandonato lo studio di questo strumento. Poi in 3a liceo ho deciso di entrare nel coro Family and Friends e di buttarmi in questa nuova esperienza. Prima avevo molta paura di cantare, lo facevo sempre, ma sempre nascosta nella mia camera, perché cantare era per me il sogno più grande e se qualcuno mi avesse detto che non ne ero in grado, mi sarebbe mancata la terra sotto ai piedi. Però, ogni volta che cantavo perdevo la voce, così ho deciso di iscrivermi ad un corso privato di canto, che mi ha fatto fare il salto di qualità aiutandomi ad impostare la voce, così da poter cantare nel coro senza preoccuparmi. Entrare nel coro per me è stata una di quelle decisioni che ti cambiano la vita: stavo vivendo un periodo difficile e ho trovo una nuova famiglia musicale, dei nuovi amici, ho conosciuto persone che sono state e sono fondamentali per me, ho avuto modo di approfondire la mia fede camminando tutti insieme; dopo quasi sette anni posso davvero dire che è stato un grandissimo regalo che la vita ha voluto farmi.

Come mai hai pensato di dare vita ad un coro di bambini?

Dopo sette anni di canti nel coro degli adulti volevo cimentarmi con qualcosa di nuovo e così ho chiesto alla nostra direttrice Alessandra se poteva insegnarmi a dirigere qualche brano. Lei invece ha rilanciato proponendomi di fondare un coro di bambini, visto che ogni tanto aveva ricevuto delle richieste. Effettivamente vedevo che i bambini durante la messa non erano molto partecipi soprattutto durante i canti e vedevo che non si avvicinavano al coro perchè percepivano una certa distanza, come se per cantare con noi ci voglia un qualche permesso. Noi invece siamo sempre felici di accogliere nuovi coristi! Ho capito però che far entrare i bambini direttamente nel coro degli adulti sarebbe stato difficile, sicuramente per un’esigenza anagrafica ma anche soprattutto per motivi più pratici e di interesse. Quindi ho deciso di provare e vedere se qualche bambino fosse stato interessato a cantare in un coro di piccoli, per animare la messa ma soprattutto per rendere il canto un momento di gioia che appartiene a tutti, non solo ai più grandi.

Che cosa ti spinge a dedicare del tempo a questa iniziativa?

Ho deciso di buttarmi in quest’avventura, sia perché sentivo l’esigenza di creare qualcosa di nuovo a livello personale, sia per restituire qualcosa agli altri. Credo che sia molto importante che si crei un senso di appartenenza al momento della messa, come a dire: “io sono qui, faccio parte di questa comunità, mi piace animarla e portarci gioia!“. Per questo motivo ho deciso di impegnarmi e cercare di creare qualcosa che i bambini potessero amare tanto quanto io amo cantare durante la messa della domenica.

Come riesci a conciliare il servizio e lo studio? [Medicina a Novara]

In realtà non è un impegno molto intenso, le prove si svolgono dalle 17 alle 18 il sabato, quindi dirigere i bambini mi impegna solo un’ora prima delle prove del coro degli adulti. A casa preparo i testi, solitamente durante la sera, ma per fortuna con i computer ormai è tutto molto semplice… E poi ricevo un grande aiuto, per quanto riguarda la musica da due musicisti del coro adulti Lorenzo Mistè [pianista] e Nicola Tremolada [chitarrista]. Ho chiesto inoltre qualche consiglio su come gestire un gruppo di bambini a Martina Alisei (animatrice dell’oratorio e studentessa di scienze della formazione primaria). Ero molto spaventata dal fatto di dover dirigere dei bambini : avevo paura di non essere ascoltata o di essere al contrario troppo autoritaria.

  1. Agostino diceva “Canta e cammina”, ti riconosci in questo motto?

Mi riconosco moltissimo perchè proprio attraverso la musica ed in particolare il canto ho potuto conoscere delle persone meravigliose che mi hanno fatto “camminare” molto, sia dal punto di vista personale che per quanto riguarda il mio cammino di fede. Cantare fa vivere le emozioni più intensamente, il canto è proprio un’espressione primordiale ed immediata di quello che abbiamo dentro e che vogliamo comunicare: non si può mentire quando si canta. Vorrei che i bambini potessero, con il tempo, riuscire a capire proprio questo: che attraverso il canto possono “camminare” molto più volentieri, sia verso Dio che verso loro stessi (che poi forse è la stessa cosa).