Storia dell’Ordine

L’Ordine agostiniano trae le sue origini spirituali dal santo Agostino, il grande Dottore della Chiesa, nato a Tagaste nel 354.
Dopo la conversione e il battesimo a Milano (24 aprile 387), tornato in Africa (388), visse in comunità con alcuni amici e il figlio Adeodato a Tagaste, nella casa paterna, dedicandosi  allo studio, alla preghiera e alle opere buone.
Ordinato sacerdote (391) e vescovo coadiutore di Valerio ad Ippona (395), ottenne l’orto presso la chiesa: fondò il primo monastero  degli uomini, dove lui solo era presbitero. Alla morte di Valerio (396) trasformò l’episcopio nel monastero dei chierici. Nello stesso periodo, tra il 393 e il 397, fondò anche il monastero delle vergini o delle consacrate.

I monaci di Agostino, divenuti sacerdoti e vescovi, diffusero a loro volta l’ideale monastico in varie diocesi. Alla morte di Agostino (430) si contavano in Africa una cinquantina di monasteri maschili e femminili di Regola agostiniana.
Durante l’invasione vandalica e l’avvento degli Arabi, molti cercarono rifugio nelle isole del Mediterraneo e in Europa. I monasteri erano però indipendenti l’uno dall’altro.

Nei secoli bui del Medioevo la Regola agostiniana , anche per l’intervento imperiale dei Carolingi, decadde e scomparve. Dopo il 1000 riprese vigore tra i canonici regolari e animò vari gruppi eremitici.
Nel 1244 Papa Innocenzo IV riunì, sotto la Regola agostiniana, gli eremiti della Tuscia (Toscana, Alto Lazio e zone limitrofe).
Nel 1256, Alessandro IV promosse la “Grande Unione” con l’aggiunta di altri gruppi: gli eremiti di S. Guglielmo di Malavalle (Grosseto) o Guglielmiti, che si separarono ben presto, tornando alla primitiva Regola benedettina; di Giovanni Bono o Giamboniti (Italia centrosettentrionale); di Brettino o Brettinesi e di Monte Favale (località del Pesarese), e altri minori.
Il nuovo Ordine fu chiamato degli Eremitani di S. Agostino (O.E.S.A., oggi O.S.A.) e fu annoverato tra gli Ordini Mendicanti o di povertà evangelica (Domenicani, Francescani, Agostiniani, Carmelitani). Si diffuse rapidamente in Europa e, con le scoperte geografiche, nel Nuovo Mondo.

L’Ordine ha donato alla Chiesa e alla società innumerevoli modelli di santità e di scienza : S. Nicola da Tolentino (1250-1305), S. Chiara da Montefalco (1268-1308), S. Rita da Cascia (1380-1457); tre Santi spagnoli del convento di Salamanca: Giovanni da Sahagùn (1430-1479), Tommaso da Villanova (1486-1555), Alfonso di Orozco (1500-1591).
L’inglese S. Giovanni Stone subì il martirio sotto Enrico VIII nel 1539, mentre il Beato irlandese Guglielmo Tirry (1608-1654) all’epoca di Cromwell.
Ad essi vanno aggiunti i beati martiri del Giappone con la giovane terziaria agostiniana S. Maddalena di Nagasaki (1611-1634); i numerosi martiri della guerra civile spagnola del secolo scorso, con il beato Anselmo Polanco ( 1881-1939), vescovo di Teruel, e il suo vicario generale F. Rippoll, e infine il Beato messicano  Elias Nieves del Soccorso (1882-1928).
Il cardinale Egidio Romano (1247-1316), discepolo di s.Tommaso d’Aquino e caposcuola della corrente teologica agostiniana, il Beato Giacomo da Viterbo (1255-1308), Agostino Trionfo  di Ancona (1240-1328), Ugolino da Orvieto,  Simone da Todi,  Gregorio da Rimini, Bartolomeo da Urbino e tanti altri, tra cui il Beato Simone Fidati da Cascia (1290/95-1348), grande predicatore ed elevato maestro di  spiritualità, sono nomi ben noti agli studiosi della Scolastica.
Con S.Alfonso di Orozco, Luis de Leon (1527/28-1591) ebbe grande influsso sulle correnti mistiche spagnole del 1500.
Il Beato Stefano Bellesini (1774-1848), morto nel Santuario della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano, fu il primo parroco elevato alla gloria degli altari. Guida spirituale di giovani e ragazzi e precursore della moderna pedagogia cattolica, fu il primo fondatore di scuole popolari e gratuite a Trento e nel Tirolo.
Dire Calepino oggi è come dire vocabolario. Ambrogio da Calepio (1445-1511) fu un agostiniano bergamasco: per primo compilò un dizionario di lingue comparate.
Angelo Rocca (1545-1620), fondatore della biblioteca Angelica a Roma, Angelico Aprosio (1607-1681) a Ventimiglia e Filippo Lachini  a Pavia , furono i primi ad aprire al pubblico, ad publicam utilitatem, le biblioteche conventuali.
Scopritore delle leggi dell’ereditarietà e fondatore della moderna genetica fu l’abate agostiniano di Brno, Gregorio Mendel (1822-1884).
Ancora: teologi come Lorenzo Berti (1696-1766) e Fulgenzio Belelli (165?-1748), consiglieri di corti e di Papi, cardinali dotti come Egidio da Viterbo (1469-1532), Girolamo Seripando (1493-1563), legato pontificio e preside al Concilio di Trento, dove morì in fama di santità, e l’orientalista Agostino Ciasca (1835-1902). Onofrio Panvinio (1530-1568) fu il fondatore della storiografia ecclesiastica; il cardinale Enrico Noris (1631-1704) fu storico erudito e teologo potente.
Nei tempi di crisi della Chiesa e della società, nei secoli  XIV-XV e della Riforma protestante luterana, che influirono negativamente sulla vita religiosa, si cercò di reagire mediante la fondazione delle Congregazioni di Osservanza, richiamando i valori fondamentali della povertà e della vita comune.
Nei secoli XVIII-XIX le soppressioni conventuali e l’assolutismo regio causarono la riduzione numerica di frati e di conventi.

Attualmente l’Ordine conta circa 3.000 frati con oltre 400 conventi diffusi nei vari continenti. Invecchiati e diminuiti di numero nei paesi di antica tradizione (Europa e Nordamerica), dà segni di sviluppo e risveglio nei paesi di nuova evangelizzazione.

Recentemente in Italia  le precedenti sette Provincie (Ligure-Lombarda, Toscana, Picena, Umbra, Romana, Napoletana, Siciliana) sono state unificate nell’unica Provincia Religiosa, dedicata ai Santi Nicola da Tolentino e Rita da Cascia.
Gli agostiniani sono presenti in comunità dedite particolarmente all’attività pastorale-parrocchiale.

In campo missionario, seguendo le gloriose tradizioni del passato – le Filippine, unico paese cattolico dell’Oriente, sono state evangelizzate dagli Agostiniani -, operano con difficoltà, anche per carenza di forze, in Cina, mentre lavorano fruttuosamente in Perù (gli spagnoli a Iquitos in Amazzonia,  i nordamericani a Chulucanas, gli italiani in Apurimac), nel Sudamerica e in Centroamerica: recentemente sono tornati a Cuba; in Nigeria, Congo, Kenia, Tanzania, Sudafrica, Giappone, Corea, India, Nuova Guinea.
Modello e nobile figura di missionario è S. Ezechiele Moreno (1848-1906).

Lo Stemma

All’epoca della Grande Unione, nel Capitolo romano di S. Maria del Popolo (marzo 1256), a capo dell’Ordine fu chiamato il milanese Lanfranco Settala, superiore dei Giamboniti del Convento di S. Marco. Resse l’Ordine per 8 anni sino alla morte (1264), attuando gli scopi dell’unione, armonizzando regole e usi diversi, unificando, nello stesso spirito e indirizzo, lombardi, romagnoli, marchigiani, toscani, romani e ultramontani, estendendo l’Ordine in Germania, Francia e Spagna, come ricorda la lapide sepolcrale di S. Marco: “Governò con lode somma e conferì, con la dottrina, la vigilanza e lo zelo, nuovo splendore all’Ordine ,riunito e ampliato”. San Marco fu sede della Provincia  Lombarda, fondata nel 1275.
Vi si tennero tre Capitoli generali (negli anni 1298,  1343 e 1564) e fu sede di studio generale dell’Ordine.
All’epoca delle Congregazioni d’Osservanza, gli Osservanti di Lombardia,  favoriti da Francesco Sforza e dalla moglie Bianca Maria Visconti,  contribuirono all’ampliamento del convento e della Chiesa dell’Incoronata (1451) e di S. Nicola da Tolentino a fianco (1460).
L’Incoronata fu il centro propulsivo della Congregazione, fondata a Crema nel 1439.
Rinomati e degni di stima furono i religiosi di S. Marco e dell’Incoronata, favoriti anche dall’orientamento culturale delle due biblioteche conventuali.
L’Incoronata donò non solo numerosi Vicari generali alla Congregazione, ma anche un arcivescovo a Milano: il fratellastro di Francesco, Gabriele Sforza (1454-57).
Il convento di S. Marco diede all’Ordine tre Priori generali, insigniti dell’episcopato: Filippo Visconti di Saronno (1649-55), poi vescovo di Catanzaro, Girolamo Valvassori (1667-73), vescovo di Pesaro, suo fratello Domenico (1679-85), vescovo di Gravina di Puglia.
Agli inizi del ‘500 si notano un po’ ovunque sintomi di crisi e di rilassamento, accentuati  dalla riforma luterana, che dalla Germania si diffonde in Europa, toccando anche Milano. A causa di Martin Lutero, gli Agostiniani vengono guardati con sospetto. Non mancano interventi vigili e autorevoli dei Generali, riguardanti la formazione teologica e dottrinale dei religiosi, anche per stornare le accuse.
Il fervore religioso è evidenziato dall’Oratorio dell’Eterna Sapienza, che ha come centro il Monastero agostiniano di S. Marta, illustrato dalla presenza della Beata Veronica da Binasco (1445-1497) e della venerabile Arcangela Panigarola (1470-1525).
In S. Marco nel 1520 viene costituita la Confraternita del Pio Luogo del Crocifisso, cui aderiscono i reali di Francia, Francesco I  e la moglie Claudia.
Gian Galeazzo autorizza i frati dell’Incoronata ad edificare la Chiesa della Madonna della Consolazione sulla spianata del castello a Porta Giovia, dove gli Agostiniani rimarranno sino al 1769.
Nel frattempo gli interventi governativi locali prima e la rivoluzione francese  poi , determinarono lo smembramento e la soppressione dei conventi, impedendo le relazioni  tra il centro e la periferia; in pochi anni i frati, non dediti all’insegnamento, scomparvero. La Provincia lombarda cessò di esistere e il convento di S. Marco divenne parrocchia (1787).
Nominalmente rimase ancora  in vita, per qualche anno, la gloriosa Congregazione di Lombardia, che cessò di esistere nel 1818, quando fu riunita all’Ordine.