Nei prossimi mesi il nostro Santuario sarà al centro di grandi eventi e ricorrenze. Il primo di essi il prossimo 29 settembre quando ricorderemo i 50 anni di professione religiosa di p. Gianfranco e p. Giuseppe e i 40 anni, sempre di professione religiosa, di p. Giovannino.
Fin qui tutto bene se non che qualcuno comincia a confondere e a dire non più “professione religiosa” ma “vita sacerdotale”. Senza attardarci a spiegare le differenze, diciamo subito che si tratta di una cosa davvero grande perché si tratta di ricordare, a distanza di 50 o 40 anni, un ragazzo che, dopo un anno di noviziato (l’anno di prova della vocazione), a 18 anni o a 22 decide di dare la vita, tutta la vita a Cristo e alla Chiesa.
Sì, si tratta proprio di questo: 50 anni fa, in pieno ‘68 e quindi in piena rivoluzione, dei ragazzi diciottenni si consacravano a Cristo, ma i più non capivano che la più grande rivoluzione erano proprio loro, quei ragazzi lì.
E forse non lo si capisce neanche adesso: che oggi, come ieri, ci siano ancora ragazzi e ragazze che decidono di dare la vita a Cristo e di servire la Chiesa, entrando in un convento o in un monastero.
Sembrano vite perse e invece sono la più grande rivoluzione che ci possa essere perché è l’unica che fa l’uomo davvero felice.