Fonte : Ritae Dicatum 3 Aprile 2022

Sabato, si è avviato in Santa Rita il cammino sinodale al quale siamo stati invitati dal Papa che ci ha ricordato: “

lo scopo di un processo sinodale non è produrre documenti, ma far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani.

“All’invito fatto da padre Francesco Maria, il nostro parroco, hanno aderito in tanti. È stato per molti l’occasione per conoscerci, per guardarci in faccia. Spesso frequentiamo ed operiamo nella nostra parrocchia rimanendo chiusi nei nostri gruppi di appartenenza, senza conoscere le altre realtà e forse dimenticando quale sia lo scopo di tutti: vivere e riconoscere Cristo nella nostra vita, testimoniarlo in ciò che viviamo quotidianamente nei luoghi che viviamo ogni giorno lavoro, casa, famiglia, scuola.

Non frequentiamo la parrocchia per occupare il tempo perché magari essendo pensionati, casalinghe, studenti abbiamo del tempo da impiegare, (ci potremmo rivolgere a qualsiasi associazione di volontariato) ma perché crediamo la Chiesa luogo di crescita spirituale e di condivisione.

L’incontro è iniziato con la S. Messa quindi mettendo l’Eucarestia come inizio e centro di questo nostro percorso sinodale. Ci siamo spostati in sala Santa Rita dove il parroco ci ha spiegato i 10 macro-temi sui quali il Papa ci invita alla riflessione (li potete trovare sul sito della Santuario, nella nuova sezione che abbiamo dedicato per il sinodo) ed infine ci siamo divisi in 3 gruppi di “lavoro”.

Lo scopo non era aprire dibattiti, ma riportare le esperienze personali rispetto agli argomenti e partire quindi da lì per avere spunti per migliorare e portare frutto al nostro camminare insieme.

Credo che siano usciti punti molto interessanti e che non dobbiamo lasciar cadere. Occupandomi sulla rivista del Santuario, delle recensioni di libri e film, non posso che concludere con una frase che ho trovato in un libro che sto leggendo. Si sta parlando di che cos’è una comunità cristiana:  “…

perché la comunità non è il radunarsi, il riunirsi, il confluire di iniziative, ma il complesso delle categorie di cui concepisco me stesso

… Invece se è per amore, se è amore cioè tensione a realizzare il contenuto supremo del giudizio di valore sulla propria vita, il riconoscimento del Dio presente tra di noi e in noi, il riconoscimento di questa unità che è mistero e che questo è tutta la nostra vita, allora non c’è lavoro che logori. Stancherà ma non logora…”.