Ritae Dicatum è nato come foglio informativo ma anche di collegamento. I fedeli possono esporre al parroco, padre Francesco Maria, i loro dubbi e le loro perplessità sugli aspetti organizzativi o liturgici che li preoccupano. Sicuri di ricevere una risposta attraverso questo giornalino. Chiediamo soltanto che gli argomenti siano di interesse generale. E la precisazione non è superflua nel clima di soggettivismo nel quale viviamo. Partiamo con tre quesiti.
Diverse “nonnine” protestano per la soppressione della s. Messa feriale delle 17, spostata alle 18. Precisazione di padre Francesco Maria: “Capisco il disagio delle persone anziane. Ma il cambiamento poggia su due solidi motivi. Il nuovo orario ci è stato chiesto da diversi lavoratori, ai quali così è consentito di partecipare all’Eucaristia feriale. I pensionati, avendo – beati loro – più tempo libero, possono recarsi, tranquilli, alle sante Messe del mattino. E c’è poi una seconda motivazione che ci sta a cuore: dopo la s. Messa, alle 18.40, i fedeli possono recitare i vespri con i padri agostiniani. E ciò sarebbe impossibile alle 17:30, dati gli impegni, sempre innumerevoli, dei sacerdoti”.
I disagi provocati dall’amministrazione dei Battesimi, l’ultima domenica del mese, a cavallo delle sante Messe pomeridiane delle 17 e delle 18:30, infastidiscono parecchi fedeli. Non si potrebbe ritornare all’orario di prima, ossia alle 15.30?
Ecco la puntualizzazione del parroco: “I Battesimi hanno mutato orario per motivi pastorali. Mi sta a cuore infatti che genitori, padrini, madrine e parenti partecipino alla santa Messa la domenica del Battesimo, soddisfacendo il precetto (ancora in vigore) e preparandosi degnamente al sacramento che incorpora nella Chiesa; mentre prima, pressoché tutti gli invitati al Battesimo saltavano la Messa. Dall’ultima domenica di ottobre, poi, abbiamo spostato il luogo del rito dall’altare maggiore al battistero – bellissimo – che è in fondo alla Chiesa, con l’intento anche di contenere i disagi. Stiamo studiando, comunque, ulteriori accorgimenti per mitigare al massimo le seccature. Magari collocando qualche Battesimo dopo la s. Messa comunitaria parrocchiale delle 11.30”.
Nell’ Eucaristia festiva delle 11:30, il diacono viene spesso fiancheggiato dai chierichetti nella riposizione delle pissidi nel tabernacolo. Ma le norme rituali non specificano forse che i vasi sacri li possono toccare solo i consacrati?
- Francesco argomenta: “Il sacerdote sull’altare ha facoltà, per validi motivi pastorali, di conferire una tantum l’incarico di toccare o anche distribuire il SS. Sacramento a chiunque egli ritenga opportuno. Faccio un esempio. Io sono solo e devo distribuire la comunione a 200 persone. Che faccio? Tiro notte? No, scelgo persone di specchiata fede e moralità, che conosco, pregandole di aiutarmi. E costoro non hanno ricevuto il mandato di ministri straordinari dell’Eucarestia. Come, ovviamente, non l’hanno ricevuto i ministranti. Si tratta di conferimenti ipso facto determinati dalle contingenze. Ah, ritengo implicite la specchiata fede e la moralità dei chierichetti (in forma di candore). Fino a prova contraria…”.
Aspettiamo le prossime osservazioni, per una maggior partecipazione alla nostra parrocchia. Gaetano