L’iniziativa dei giovani dell’oratorio che prevede il Mercoledì sera la visita dei senzatetto nell’area di Piazza Duomo è sospesa nella sua regolarità, per l’approssimarsi delle sessioni di esame universitari, gli impegni in oratorio estivo e per il periodo di vacanze. Occasionalmente nel periodo estivo alcuni di loro continueranno con l’iniziativa per cui fino a settembre è sospesa la richiesta che i giovani hanno fatto alla comunità di Santa Rita di donazione di snack, merendine salate e dolci monoporzione, piccole confezioni di salviette inumidificate, fazzoletti di carta, saponette e mascherine.

Riporto qui sotto alcuni stralci dell’articolo che sarà presente sul numero 3 della rivista del Santuario, che ha raccolto le voci dei ragazzi che hanno vissuto finora questa esperienza.

Padre Marco ( che accompagna i ragazzi nell’iniziativa) : «Mi è capitato di fare diverse proposte educative ai ragazzi, ma in questa riconosco che è scattato un interesse ed una fedeltà particolari. È un momento che unisce ragazzi anche molto diversi tra loro».

Andrea :«Il primo giorno sono rimasto scioccato! Non solo perché ho visto tanta povertà che non immaginavo, ma ancor di più perché ho visto che quei poveri si aiutano tra di loro, fino a donarsi, nel bisogno, tutto il poco che hanno! Allora mi sono domandato: perché loro che non hanno nulla sono capaci di condividere tutto ed io che ho molto, con i miei amici, non lo faccio?»

Matteo : «A volte sembra quasi che il cibo sia una scusa che loro hanno per poter parlare con noi… Sembra che più di tutto, quei poveri abbiano bisogno di compagnia, di un conforto, di qualcuno che li ascolti».

Giacomo : Se fossi da solo non andrei, ma il fatto che man mano, aiutando i poveri, si sta creando un gruppo di amici, è la vera ragione che mi spinge ad andare sempre».

Don Giussani diceva : Quando c’è qualcosa di bello in noi, noi ci sentiamo spinti a comunicarlo agli altri. Quando si vedono altri che stanno peggio di noi, ci sentiamo spinti ad aiutarli in qualcosa di nostro. Tale esigenza è talmente originale, talmente naturale, che è in noi prima ancora che ne siamo coscienti e noi la chiamiamo giustamente legge dell’ esistenza. Noi andiamo in «caritativa» per soddisfare questa esigenza.

Quanto più noi viviamo questa esigenza e questo dovere, tanto più realizziamo noi stessi; comunicare agli altri ci dà proprio l’esperienza di completare noi stessi. Tanto è vero che, se non riusciamo a dare, ci sentiamo diminuiti.