Cresce lungo il cammino il suo vigore

I discepoli del Signore sono un popolo in cammino verso la Gerusalemme nuova

Siamo un popolo in cammino. Non ci siamo assestati tra le mura della città che gli ingenui ritengono rassicurante, nella dimora che solo la miopia può ritenere definitiva: «Non abbia-mo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura» (Eb 13,14). La solida roccia che sostiene la casa e consente di sfidare le tempeste della storia non è una condizione statica che trattiene, ma una relazione fedele che accompagna, incoraggia e sostiene nel cammino fino ai cieli nuovi e alla terra nuova.
Siamo stati invitati dal veggente dell’Apocalisse ad alzare lo sguardo per vedere la «città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo» (Ap 21,2). […] Proprio guardando alla pienezza della comunione con il Signore, ancora a venire, la Chiesa non assolutizza mai forme, assetti, strutture e modalità della sua vita. Il pensiero e l’affetto, il desiderio e l’attenzione verso il compimento sperato consentono alla Chiesa di fare memo-ria del passaggio tra noi di Colui che ancora deve venire e ne percepisce l’appello ad un continuo rinnovamento:

non ha fondamento storico né giustificazione ragionevole l’espressione “si è sempre fatto così” che si propone talora come argomento per chiedere conferma
dell’inerzia e resistere alle provocazioni del Signore che trovano eco nelle sfide presenti.

Viviamo vigilando nell’attesa. Viviamo pellegrini nel deserto. Non siamo i padroni orgogliosi di una proprietà definitiva che qualche volta, eventualmente, accondiscende all’ospitalità; siamo piuttosto un popolo in cammino nella precarietà nomade. […]
Il convenire di genti da ogni parte della terra nell’unica Chiesa cattolica apre a leggere meglio il Vangelo: chi è abituato a leggere il Vangelo “a casa sua” e tende a ridurre la potenza della Parola di Dio è risvegliato allo stupore e dal timore dal dono offerto da altri che stanno compiendo lo stesso cammino verso lo stesso Signore.
In questo pellegrinaggio verso la Gerusalemme celeste, poi, ci facciamo compagni di cammino di fratelli e sorelle che incontriamo ogni giorno nella vita; uomini e donne in ricerca, che non si accontentano dell’immediato e della superficie delle cose.

Essere pellegrini ci permette di intercettare tutti coloro che anelano a una libertà autentica, ad un senso vero per la vita. Il desiderio di Dio (quaerere Deum) sta all’origine di ogni autentico movimento di uscita da se stessi per andare verso il compimento, verso la gioia.