Padre Giuseppe Scalella Osa : Fonte Rivista del Santuario n. 3 2022

Chi non è distratto e segue con intelli- genza e attenzione i fatti e le vicende

di questo mondo si sarà accorto che le pa- gine dei giornali sono sempre più zeppe di articoli contro il Papa e la Chiesa. È così da sempre, da quando cioè Dio ha deciso di farsi uomo e di identificarsi con il Figlio, Gesù Cristo. Lo stesso Agostino, milleseicento anni fa, si è trovato a subire attacchi violenti da parte di chi voleva ridurre Cristo a un semplice esempio da seguire e la fede a uno sforzo morale che punta solo sulle forze dell’uomo.

In uno dei suoi discorsi, il 72/A, Agostino è preoccupato perché non vorrebbe che i suoi fedeli seguissero quelle dottrine malsane. Il rischio c’era anche allora, come oggi. Così da vero padre com’era si preoccupa di insegnare a “sentire con la Chiesa”, come spesso ci ricorda anche Papa Francesco.

 

Se c’è una cosa che risulta urgente oggi tra i cristiani è proprio questo sentire con la Chiesa. Ma in che consiste se non nel mettersi dalla parte di Cristo e imparare da lui a guardare, a pensare e a vivere la realtà come la guardava, la pensava e la viveva lui? E perché è così urgente? Non tanto perché sembra che tanti cristiani l’abbiano dimenticato e quindi preferiscono sentire con il mondo piuttosto che sentire con la Chiesa, quanto perché il mondo di oggi,sempre più caratterizzato da una vita senza Dio, paradossalmente è il mondo che ne ha più nostalgia, rispetto al mondo passato; e noi, solo noi, coscienti di chi è Dio per noi, cioè Dio fatto uomo, Dio che viene in una carne, possiamo rispondere con la vita a tale nostalgia. E come rispondiamo? Diventando padri e madri di Cristo. E padri e madri di Cristo lo si diventa imparando a sentire con la Chiesa.

Ecco cosa dice Agostino: “Orbene, carissimi, considerate che cosa siete voi stessi: anche voi siete membra di Cristo e corpo di Cristo. Ponete attenzione a come siete ciò che Cristo dice: Ecco mia madre e i miei fratelli. Come sarete madre di Cristo? E se uno ascolta e fa la volontà del Padre mio che sta nei cieli, egli è mio fratello, mia sorella e mia madre…

Comprendo quindi che noi siamo fratelli del Cristo e che sono sorelle di Cristo le sante e fedeli donne. Ma in che senso possiamo intendere essere madri di Cristo? Che potremmo dire dunque?Oseremo forse chiamarci madri di Cristo? Ma certo, osiamo chiamarci madri di Cristo. Ho chiamato infatti voi tutti suoi fratelli e non oserei chiamarvi sua madre?… Orsù, dunque, carissimi,osservate come la Chiesa – cosa questa evidente – è la sposa di Cristo; ciò che si comprende più difficilmente, ma è vero, è la madre di Cristo. La vergine Maria ha preceduto la Chiesa come sua figura. Come mai, vi domando, Maria è madre di Cristo, se non perché ha partorito le membra di Cristo? Membra di Cristo siete voi, ai quali io parlo: chi vi ha partoriti? Sento la voce del vostro cuore: “Madre Chiesa”;. Questa madre santa, onorata, simile a Maria, partorisce ed è vergine. Che partorisca lo dimostro per mezzo vostro: siete nati da lei; essa partorisce anche Cristo, poiché voi siete membra di Cristo…

Le membra di Cristo partoriscano dunque con lo spirito, come Maria vergine partorì Cristo col ventre: così sarete madri di Cristo. Non è una cosa lontana da voi; non è al di fuori di voi, non è incompatibile con voi; siete diventati figli, siate anche madri. Siete diventati figli della madre quando siete stati battezzati, allora siete nati come membra di Cristo; conducete al lavacro del battesimo quanti potrete affinché, come siete diventati figli quando siete nati, così possiate essere anche madri di Cristo conducendo altri a nascere”.

È molto difficile oggi trovare nelle comunità cristiane padri e madri di Cristo, cioè uomini e donne che sanno generare e far crescere veri figli di Dio, capaci di affrontare la vita. In fondo anche in una famiglia non basta mettere al mondo dei figli se poi non li si aiuta a diventare grandi, cioè a saper star di fronte a tutte le vicende umane con maturità, coraggio, intraprendenza e creatività…