Data / Ora
Date(s) - 25/01/2020
19:15 - 20:30
Luogo
santuario S.Rita Milano
Categorie
FESTA DELLA FAMIGLIA 2020
Lettore 1: “Una parola vorrei dedicare anche ai fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti nelle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza”.
(Benedetto XVI a Milano per l’incontro della famiglia 3.06.12) Silenzio
Sacerdote: (…) Perciò, “con un cuor solo e un’anima sola” invochiamo grazia e benedizione per tutte le famiglie ferite che vivono nella sofferenza e che invocano la pace.
Nel nome di Dio Padre che ci ha creati, di Dio Figlio che ci ha redenti, di Dio Spirito Santo che ci ha santificati:
Amen!
CANTO: “Vivere la vita” (n.° 200 sul libretto blu)
PRIMO MOMENTO: NEL PASSATO – UN GIORNO
Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea. > Fare memoria di un incontro.
Lettura Dal Cantico dei Cantici (Ct 2,8-16; 8,6-7)
Parola di Dio. Tutti: Rendiamo grazie a Dio.
Lettore: Ci siamo impegnati per sempre. Senza pretendere che altri si impegni con noi o per suo conto, come noi o in altro modo. Ci siamo impegnati senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna. Sappiamo di non poter nulla su alcuno, né vogliamo forzare la mano ad alcuno, devoti come siamo e come intendiamo essere al libero movimento di ogni spirito più che al successo di noi stessi o dei nostri convincimenti. Noi non possiamo nulla sul nostro mondo, su questa realtà che è il nostro mondo di fuori, poveri come siamo e come intendiamo rimanere. Se qualcosa sentiamo di potere; e lo vogliamo fortemente; è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, muta se noi ci mutiamo, si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura, imbarbarisce se scateniamo la belva che è in ognuno di noi. Il mondo nuovo incomincia se qualcuno si sforza di divenire uomo nuovo. Si vive una sola volta e non vogliamo essere giocati, in nome di qualche piccolo interesse. Non ci interessa la carriera, non ci interessa il denaro, non ci interessa il successo né di noi stessi, né delle nostre idee. Non ci interessa di passare alla storia. Ci interessa di perderci per qualcosa e per qualcuno che rimarrà anche dopo che noi saremo passati e che costituisce la ragione del nostro unirci. Ci siamo impegnati non per riordinare il mondo, non per rifarlo su misura; ma per amarlo. Perché noi crediamo all’amore, la sola certezza che non teme confronti, la sola che basta per impegnarci perdutamente, con tutte le energie. (Don Primo Mazzolari, da: Profeti per il regno) Silenzio
Canto: “Con te faremo cose grandi” (n.° 44 sul libretto blu)
SECONDO MOMENTO: NEL PASSATO – APPENA IERI
Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. > Guardare a quanto avvenuto.
A cori alterni
Alleluia.
Loda il Signore, anima mia:/loderò il Signore finché ho vita,
canterò inni al mio Dio finché esisto.
Non confidate nei potenti,/in un uomo che non può salvare.
Esala lo spirito e ritorna alla terra:/in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:/la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,/il mare e quanto contiene,
che rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,/dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,/il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,/il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri,/egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi./Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Alleluia.
Lettore: Papa Francesco, in una catechesi sulla famiglia (maggio 2015), si sofferma sulla bellezza del matrimonio cristiano sottolineando, in particolare, la radicalità evangelica della scelta di sposarsi, che era mal compresa e forse osteggiata anche nelle prime comunità cristiane, e la sua missionarietà: «Questo seme della novità evangelica, che ristabilisce l’originaria reciprocità della dedizione e del rispetto, è maturato lentamente nella storia, ma alla fine ha prevalso», ha spiegato il Papa. «Il sacramento del matrimonio è un grande atto di fede e di amore: testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre sé stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche del libero consenso che costituisce il matrimonio». Poi aggiunge: «In questa profondità del mistero creaturale, riconosciuto e ristabilito nella sua purezza, si apre un secondo grande orizzonte che caratterizza il sacramento del matrimonio. La decisione di “sposarsi nel Signore” contiene anche una dimensione missionaria, che significa avere nel cuore la disponibilità a farsi tramite della benedizione di Dio e della grazia del Signore per tutti. Infatti, gli sposi cristiani partecipano in quanto sposi alla missione della Chiesa. E ci vuole coraggio per questo, eh!».
Silenzio
Canto: “Canzone di San Damiano” (n.° 32 sul libretto blu)
TERZO MOMENTO: NEL PRESENTE – LA FATICA DELL’OGGI
È venuto a mancare il vino. > Le ferite
Il sacerdote legge GV 2, 1-11 Le nozze di Cana > Riflessione
Gesto delle anfore da portare a casa.
Lettore: ha detto Papa Francesco: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. “È curioso: sono le ultime sue parole riportate dai Vangeli; sono la sua eredità che consegna a tutti noi”. Anche oggi la Madonna dice a noi tutti: “Qualsiasi cosa vi dica – Gesù vi dica -, fatela”. È l’eredità che ci ha lasciato: è bello! Si tratta di un’espressione che richiama la formula di fede utilizzata dal popolo di Israele al Sinai in risposta alle promesse dell’alleanza: “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!”. E in effetti a Cana i servitori ubbidiscono. “Gesù disse loro: Riempite d’acqua le anfore. E le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto. Ed essi gliene portarono”.
Nella vita coniugale si sperimenta sempre un momento di disorientamento, di fatica o di dolore che rende difficile ricordare e vedere la vita a due come un meraviglioso mistero d’amore. È proprio allora che gli sposi cristiani devono affidare le loro vite nelle mani di chi ha suggellato la loro unione, chiedendo a Dio “il vino” mancante, come la speranza, la fiducia, il rispetto, o anche la salute, il lavoro, la serenità economica.
Ricordiamoci che non siamo soli. il Signore desidera vederci camminare insieme serenamente e felicemente, e chiede di stringerci a lui come dovremmo fare fra noi.
Padre nostro
Sacerdote: Signore, Spirito di amore accetta la preghiera di questa comunità e concedi a ciascuno la grazia e la forza di seguirti con coraggio e fedeltà. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Amen
Canto: “Ti ringrazio mio Signore” – seconda e terza strofa (n.° 44 sul libretto blu)