a cura della Redazione

Nella esortazione apostolica Christifideles laici del santo Papa Giovanni Paolo II del 1988 leggiamo: la risoluzione dei problemi pastorali «con il concorso di tutti» deve trovare il suo adeguato e strutturato sviluppo nella valorizzazione più convinta, ampia e decisa dei Consigli pastorali parrocchiali. Nelle circostanze attuali i fedeli laici possono e devono fare moltissimo per la crescita di un’autentica comunione ecclesiale all’interno delle loro parrocchie e per ridestare lo slancio missionario verso i non credenti e verso gli stessi credenti che hanno abbandonato o affievolito la pratica della vita cristiana.

Esiste dunque una corresponsabilità dei sacerdoti e dei laici affinchè, in un clima di comunione ecclesiale, si risolvano man mano i problemi riguardanti  la crescita e la maturazione della fede delle pecore affidate alla loro cura pastorale.

L’immagine che può spiegare di più questo stile di comunione e di corresponsabilità è l’orchestra sinfonica. Immaginiamola nella sua fase di preparazione di una sinfonia. C’è il direttore che chiama ciascun strumento ad eseguire ognuno la sua parte nella sinfonia. Nessuno di essi può permettersi il lusso di suonare quel che vuole: deve suonare la sinfonia e ognuno la sua parte. Il flauto non può suonare la parte del violino, oppure il violino la parte del contrabasso. Ognuno la sua parte, nel suo tempo, e nel ritmo e nelle sfumature che decide il direttore. Tutti però con un compito e una corresponsabilità: l’esecuzione della sinfonia. Questo crea armonia tra i vari strumenti e tra gli strumenti e il direttore.

Così dovrà essere di una parrocchia o di qualsiasi comunità che si dica cristiana-cattolica, cioè tesa al “tutto” (alla sinfonia) non al proprio particolare.

Restando nell’immagine dell’orchestra, si può dire che l’unità tra gli strumenti non è data dallo stato d’animo degli strumentisti ma dalla responsabilità ad eseguire la sinfonia. Così è la comunione vera di una comunità: non è data dallo stato d’animo dei fedeli o da un accordo tra di loro ma dalla loro corresponsabilità a lavorare con libertà e amore alla crescita del regno di Dio nel mondo.