La liturgia ambrosiana chiama questa terza domenica di Quaresima  “la domenica di Abramo”. C’è un motivo?

Certo.

Chi è Abramo se non l’uomo aperto, spalancato al mistero di Dio? Talmente aperto che lascia la sua terra, le sue sicurezze, perfino i suoi affetti per rischiare una strada non sua ma che lo farà padre di una grande discendenza. Il senso del brano del Vangelo è tutto qui.

Gesù si scontra con l’autosufficienza dei Giudei, che dicono di essere liberi ma sono irrimediabilmente schiavi. E sono schiavi proprio perché non rischiano come Abramo. E questo è un pericolo non per gli atei o i non praticanti, bensì per noi credenti.

La Quaresima allora diventa il tempo propizio per uscire dalle parole religiose, dall’essere «liberi» a parole, dall’essere «figli» a parole e guardare invece Cristo e immedesimarci con lui. Lui è la verità che ci fa liberi.