Iniziamo da questo numero un percorso che ci porterà ad avere più coscienza del nostro peccato e del bisogno di essere redenti da Cristo. La sua redenzione passa attraverso un gesto, la conversione.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci aiuterà a convertirci e a riconoscerci peccatori.

 

C’è una domanda che ci poniamo spesso e alla quale non sappiamo rispondere: perché esiste il male? Perché il peccato? Qual è la loro vera causa?

C’è da dire però che molto spesso “la stessa parola “peccato” da molti non è accettata, perché presuppone una visione religiosa del mondo e dell’uomo. In effetti è vero: se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo, non si può parlare di peccato. Come quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole; così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato. Perciò il senso del peccato – che è cosa diversa dal “senso di colpa” come lo intende la psicologia – si acquista riscoprendo il senso di Dio. Lo esprime il Salmo Miserere, attribuito al re Davide in occasione del suo duplice peccato di adulterio e di omicidio: “Contro di te – dice Davide rivolgendosi a Dio – contro te solo ho peccato” (Sal 51,6).

Dio ci ha dato la libertà e ci ha fatti liberi e Dio per noi è il sommo bene. Nella vita ci troviamo dunque come davanti a un bivio: o vogliamo che sia Dio il nostro bene o ci accontentiamo di un di meno. Il peccato è il “di meno” ma con esso, come Adamo, sperimentiamo il male e la morte.

L’origine del male e del peccato, allora, sta nella nostra libertà che usiamo male.

Di fronte al male, però, l’atteggiamento di Dio non è di condanna ma è quello di opporsi al peccato e salvare il peccatore. Dio non tollera il male, perché è Amore, Giustizia, Fedeltà; e proprio per questo non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Per salvare l’umanità, Dio interviene: lo vediamo in tutta la storia del popolo ebraico, a partire dalla liberazione dall’Egitto. Dio è determinato a liberare i suoi figli dalla schiavitù per condurli alla libertà. E la schiavitù più grave è proprio quella del peccato. Per questo Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo: per liberare gli uomini dal dominio di Satana, “origine e causa di ogni peccato”. Lo ha mandato nella nostra carne mortale perché diventasse vittima di espiazione, morendo per noi sulla croce. Contro questo piano di salvezza definitivo e universale, il Diavolo si è opposto con tutte le forze, come dimostra in particolare il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto.

Con Gesù Dio non ha tolto il male dal mondo ma lo ha vinto una volta per sempre.

Allora celebrare un anno giubilare significa schierarsi con Cristo contro il peccato, affrontare – sia come singoli, sia come Chiesa – il combattimento spirituale contro lo spirito del male e vincerlo.