Fonte : Rivista Santuario n. 2 del 2022 Rubrica scrivi la tua testimonianza santaritamilano@gmail.com
Mi chiamo Giusy ho 47 anni e sono stata testimone di un miracolo che è accaduto alla nostra famiglia. Da quel giorno dico sempre: “Dio è passato da casa nostra!”.
Credo che questa frase descriva bene ciò che sento nel cuore. Anche prima di quel momento io avevo fede e non posso dire che la mia fede non fosse sincera, eppure da quel giorno tutto è cambiato.
Sono sposata con Carlo ed insieme abbiamo una bambina che ha 12 anni: è proprio attraverso mio marito che la Grazia ha toccato la nostra famiglia.
Carlo è uomo di mezza età, sano, per passione fa l’istruttore di una disciplina sportiva, perciò è sempre stato in perfetta salute. Ebbene, nel 2017 tutto sembrava andare per il meglio, quando un giorno mio marito inizia ad avere qualche sintomo influenzale. Cose di poco conto: qualche starnuto e un lieve mal di testa, ma durante la notte tutto precipita velocemente, senza alcuna apparente spiegazione. Carlo avverte dei dolori lancinanti alla clavicola, tanto che non riesce più a parlare e mi fa capire con i gesti di portarlo in ospedale. Eppure nessuno di noi due può immaginare quanto la situazione sia grave.
Avevo capito che c’era qualcosa che non andava, anche perché mio marito ha una soglia del dolore altissima e non l’ho mai sentito lamentarsi, eppure mai mi sarei immaginata ciò che di lì a poco accadde. Era il 12 novembre del 2017 una data che non ci possiamo più dimenticare. Nel giro di qualche ora a mio marito vengono diagnosticati contemporaneamente: pericardite, miocardite, infezione a fegato e reni, colecisti e una severa pleurite. Mi dissero che praticamente se non fosse morto di infezione, sarebbe morto affogato dallo stesso liquido che il suo corpo produceva e riversava negli organi per spegnere l’infezione. Gli fecero davvero di tutto, compreso lo “strizzamento” manuale del fegato, oltre una pratica dolorosissima chiamata toracentesi per drenare il liquido dai reni e dai polmoni che lo stava letteralmente soffocando. Nonostante tutto questo, nulla sembrava avere effetto su di lui, i medici non si sapevano spiegare perché, seppur bombardata da massicce dosi di antibiotico, l’infezione non accennasse a regredire. La diagnosi di partenza fu un semplice virus influenzale, il che rendeva il tutto ancora più grottesco: ma come era possibile ridursi in quelle condizioni? Col senno di poi crediamo che mio marito sia stato il paziente 00 del Covid in Italia. Successivamente ci dissero che solo 5 persone erano state nelle sue tragiche condizioni fisiche e di queste 5 solo lui era sopravvissuto.
Nel frattempo io mi sentivo catapultata all’inferno, nel giro di poche ore mio marito si trovava sull’orlo del baratro e ci rimase non per uno o per due giorni: questa situazione al limite tra la vita e la morte durò per più di tre mesi!
Il tempo che non passavo in ospedale o al lavoro lo trascorrevo in chiesa, proprio al Santuario di Santa Rita a Milano. Iniziai ad aggrapparmi alla fede con tutte le mie for-ze: implorai Dio di farlo vivere, pregai fino allo sfinimento. Ma non solo Dio, supplicai ogni singola persona che incontravo, anche quelle che non conoscevo (!), affinché pregassero che mio marito si salvasse e vivesse! Pregavo di giorno e di notte, senza tregua. Pur nel dolore più straziante, iniziai ad ac-corgermi che non ero disperata, anzi mi trovavo addosso una forza che nemmeno io mi spiegavo, mi capitava di ritrovarmi persino a ridere e a sdrammatizzare con medici, infermieri, ma soprattutto con mia figlia che aveva solo 8 anni ed era chiaramente terrorizzata dalla paura di perdere il suo papà. Vidi coi miei occhi l’opera meravigliosa della Provvidenza che se solo ci penso mi commuovo sino alle lacrime. Una catena di mamme della scuola, gran parte a me sconosciute, che prendevano nostra figlia la portavano a casa e la curavano come fosse figlia loro. A volte – e non poche! – capitava che mio marito avesse una crisi cardiaca o altre complicanze per le quali vedevamo la morte in faccia, cosi io fino a sera, tra le lacrime, non mi scollavo dal suo capezzale. Mi raggiungeva col buio la telefonata di qualche “angelo” (di cui a mala pena conoscevo il nome) che mi diceva che la piccola era con loro e che era si sarebbe fermata a dormire. L’indomani o il giorno dopo ancora la ritrovavo a scuola lavata e cambiata di tutto punto.
In tutto questo, il primo a lasciarmi senza parole era mio marito. Era completamente affidato ed in pace: successivamente quando ritrovò le forze per comunicare mi confidò che lui non pregava per sé, ma per la sua famiglia: “Dio io accetto tutto – diceva – ti prego solo per mia moglie e soprattutto per mia figlia, lei è piccola e forse ha ancora bisogno di suo padre per qualche anno”. E quando io straziata dicevo a mio marito: “Ma perché è successo a te?!”. Lui mi ha sempre risposto: “E chi sono io? Perché non a me?”. Era lui che dava a me la forza. Mio marito non è mai stato un uomo “da Messa e Rosario”, eppure la sua fede che sinceramente non mi aspettavo, ha toccato il mio cuore nel profondo e, chissà, forse ha toccato anche il cuore di Dio, strappandogli la Grazia. O forse era già tutto scritto nel libro della Vita e della Sapienza di Dio. Dopo quasi quattro mesi e diversi ospedali visitati, un giorno ebbi come un’illuminazione e decisi di cambiare l’ennesimo ospedale nonostante il parere contrario di tutti. Fu in quella occasione che trovammo non una semplice dottoressa, ma molto di più: una donna mandata dal Cielo che prese a cuore mio marito e tentò davvero l’impossibile. Come lo vide arrivare, sospese ogni farmaco pregresso e iniziò una nuova cura sapendo bene che nelle sue condizioni sarebbe potuto morire da un momento all’altro. In ogni caso non c’erano altre vie, perché Carlo avanti così, sarebbe morto comunque. Incredibilmente e contro ogni aspettativa, la cura fece effetto e nel giro di un mese circa mio marito uscì dall’ospedale. La verità è che tutt’ora nessun medico sa spiegare come Carlo sia potuto guarire e come possa tutt’ora vivere con le conseguenze che ha avuto soprattutto a livello cardiaco. Una volta un dottore vedendo la sua cartella clinica ci disse: “Voi credete in Dio? Se non ci credete, iniziate a crederci perché se Carlo è vivo è solo grazie a Lui”. Ma noi ci crediamo e pieni di gioia gridiamo a gran voce: Dio è passato da casa nostra!