Una riflessione sul cammino cristiano  di P. Giuseppe

In questi mesi la Chiesa ci ha fatto rivivere i misteri principali della nostra fede: incarnazione, passione, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Ultimo domenica scorsa il mistero del suo Corpo e del suo Sangue, cioè Dio in noi.

Se siamo stati attenti e li abbiamo vissuti seriamente ci siamo accorti che il cristianesimo è un fatto. Non è una serie di cose da fare, cioè una morale, ma qualcosa che è accaduto: un Dio si è sacrificato per me per liberarmi dal male. Oggi mentre recitavo l’Ora sesta sono rimasto come folgorato da questi versetti del salmo 124: “Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati” (Salmo 124,7). Per me, per tutti noi, il laccio non si è spezzato ma è stato spezzato. Ed è Cristo che l’ha spezzato.

Perché, però, io dovrei interessarmi a questo fatto della storia? Perché di storia si tratta, se no per me non avrebbe alcuna rilevanza. Che cosa ha da dire all’oggi? Cosa cambia oggi nella mia vita?

La fede cristiana è la risposta a questa domanda. Ci si mette in cammino nella Chiesa proprio per rispondere a questa domanda che non è una domanda religiosa, morale, devozionale. È una domanda umana, che fa respirare e fa prendere sul serio se stessi.

Dove nasce, o meglio dove rinasce ogni giorno questa fede in me? Quali esperienze umane la rigenerano, la rimettono in circuito e ridiventa di nuovo esplosiva tutti i giorni? Quali parole, quali fatti, quali libri la illuminano, la motivano? Con quali amici la condivido? Quali affetti me la fanno veramente godere? La fede non può essere un pensiero, un discorso, un sentimento. Deve far vibrare tutto l’umano che è in noi, fino ai sensi, fino al godimento dei sensi, che non è superficiale come per gli animali. Tantomeno scandaloso se dentro c’è la profondità del cuore. Ecco che cos’è un cammino cristiano.

La morale cristiana viene dopo queste domande, respira di queste domande, che sono domande umanissime. Non sarebbe umana una fede che snobbasse questo livello, che fosse una fiducia ottusa, non verificata, in un dio. Comunque non sarebbe la mia fede, non meriterebbe un istante della mia vita. Per meno di questo non ci rimette tanto la fede quanto l’umano che è in me.