S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti (e di Ritae Dicatum)
Il 24 gennaio la Chiesa ha fatto memoria di san Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, noto per la sua dolcezza. Il prelato, nato a Thorens il 21 agosto 1567 e morto a Lione il 28 dicembre 1622, è il patrono dei giornalisti. Dunque anche di coloro che spendono tempo, cultura ed entusiasmo in Ritae Dicatum.
Come è diventato protettore dei comunicatori san Francesco? Con un’intuizione davvero originale. Desiderando che le sue omelie, i suoi trattati, le sue esortazioni raggiungessero il maggior numero di persone possibile, li fece affiggere, a mo’ di manifesti, nei luoghi pubblici della sua città, affinché li leggessero anche i lontani. Pure, e soprattutto, i calvinisti, una setta protestante, che avevano in Ginevra e dintorni la loro roccaforte.
San Francesco non era un misericordioso ad oltranza come certi pubblicisti lo descrivono, ma riteneva che il miele catturasse più dell’aceto. Non faceva alcuno sconto dottrinale né suggeriva scorciatoie pastorali, semplicemente si appellava sempre alla carità, come fine e come mezzo.
Il suo stile, piano e comprensibile anche ai meno acculturati, puntava diritto al cuore senza castigare la ragione. Dovremo, noi di Ritae Dicatum, appellarci alla sua protezione; e da lui ispirati, pubblicare ogni settimana un foglio informativo interessante e coinvolgente. San Francesco era devotissimo alla Madonna e a lei ricorreva in ogni sua pena. A lui si sono ispirati diversi giornalisti cattolici celebri. Nel passato lontano e vicino. E uno di costoro, Torelli, si ispirava alla “preghiera del giornalista“, illuminato dal santo savoiardo.
Torelli, inviato di punta della corazzata Mondadori, penna fluente e di bellissimo aspetto, aveva tutto per essere un protagonista dei salotti-bene meneghini. E invece spendeva il suo tempo nell’ aiuto ai bisognosi (soprattutto dell’Africa) e nell’ affetto alla sua numerosa famiglia. Approdato al Giornale di Montanelli (un ricercatore della fede ansioso di non trovarla), attraverso le sue rubriche diffondeva il Verbo della Verità in un mondo ai primi abbagli del nulla.
L’ho incontrato poche volte. Abbastanza, tuttavia, per rimanere affascinato dalla sua gentilezza e dirittura morale.
E veniamo alla preghiera del giornalista, di Mons. Bruno Forte. Avendola recitata spesso, quasi l’ho memorizzata.
«Signore,
Tu mi hai chiamato a servire il prossimo attraverso i mezzi dell’informazione. Donami di farlo sempre nell’obbedienza alla verità, con il coraggio di pagare di persona affinché essa non sia mai tradita. Aiutami anche a coniugare la verità con la carità, per non ferire mai la dignità di nessuno e promuovere in tutto, per quanto a me possibile, la giustizia e la pace. Che io non faccia preferenze di persone, e sappia proporre le mie idee con umiltà, onestà e libertà di cuore. Donami di essere anche così un testimone dell’amore, che viene da Te, verità che libera e salva. Tu, che con Dio Padre vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
Gaetano