Sono le 19 sera di domenica 22 maggio, festa solenne di Santa Rita presso il Santuario di Milano. La fiumana di gente non accenna a diminuire da due giorni: riempie la chiesa, straripa sul sagrato, è in coda nelle auto, s’affolla attorno alle rose benedette….
E’ una scena strabiliante che la dice lunga, più di mille parole.
Come è possibile che una piccola donna vissuta più di sei secoli fa e che rappresenta l’immagine del perfetto fallimento secondo i canoni il mondo, riunisca ancor oggi fiumi e fiumi di gente? Quale ragione muove tutte queste persone a mettersi in viaggio, sfidando il caldo“tropicale” e l’ormai diffusa intolleranza agli assembramenti?
Per capirci di più, scendiamo ai piani bassi, dove ci sono le cucine dell’oratorio e lì si apre uno spettacolo davvero commovente. Una squadra di donne armate di grembiule e mestolo è all’opera per preparare una montagna di cibo. Di lì a poco, infatti, devono dar da mangiare a più di 100 persone: i volontari di Santa Rita, sono praticamente un popolo nel popolo!
Le cuoche stazionano in Santuario da quattro giorni, dalla mattina presto al calar del sole, per preparare i pranzi e le cene che, divisi su due turni, devono sfamare tutte le persone che gratuitamente sono impegnate notte e dì ad organizzare la festa della Santa.
Ma perché tutte queste persone lo fanno? La risposta di una di loro dice tutto: “Perché siamo contenti!”. In effetti, dai volti stravolti di tutti traspare una gioia che non mente. Un’altra cuoca, indaffaratissima, senza staccare gli occhi dal grande pentolone dove cuoce la pasta aggiunge: “Santa Rita per noi è una di famiglia!”, facendoci comprendere che non è altro che il cuore a muovere le mani di questi benedetti cento volontari.
Poco più avanti alle cucine, c’è la stanza dove una quindicina di volontari per volta preparano le famose Rose di Santa Rita.
Ebbene, a chi pensasse che il miracolo di Rita sia stato quello di far sbocciare una rosa nel gelo invernale, diciamo che non ha visto cosa accade in quella stanza.
Uomini e donne, che dalle sette di mattina sino a tarda sera, ininterrottamente, gratuitamente e con grande gioia tagliano, imbustano e confezionano rose di ogni colore, lunghezza e fioritura per i pellegrini. Stiamo parlando letteralmente di migliaia e migliaia di Rose: una meravigliosa e coloratissima macchina da combattimento!
Ma non è finita. Ci sono poi i volontari dell’accoglienza; i volontari che aiutanno nella benedizione di file interminabili di auto…tanto lunghe da bloccare l’intero viale del Santuario! E ancora: i volontari che fanno servizio d’ordine alle Sante Messe, che nei giorni della festa vengono celebrate praticamente ad ogni ora. I volontari che organizzano e guidano la pro- cessione della viglia; quelli che gestiscono il bar e le “bancarelle” degli oggetti sacri; quelli che puliscono i servizi e gli spazi comuni…
Insomma, ce n’è per “tutti i gusti” ed è un vero spettacolo vederli all’opera, una vera opera di Carità, cioè un’opera di Dio. Colui al quale Rita, incredibilmente, riesce a condurre tutti.
A sole ormai calato, dopo l’ultima Celebrazione Eucaristica, dove c’è ancora gente persino sul sagrato, sembra di vedere i cuori delle persone andarsene stracolmi di speranza e di sentir nell’aria una voce silenziosa riecheggiare: “Tutti vedranno la Salvezza!”. Ecco cosa Dio lascia fare ai suoi Santi.