Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
Sono Paolo, di Tarso. Giudeo fino al midollo e nemico dei cristiani.
Ne ho imprigionati e condannati tanti di loro.
Quelle morti però non mi furono indifferenti. Vederli morire con la speranza negli occhi ferì il mio cuore a tal punto che un giorno, mentre andavo a Damasco, mi sentii chiamare: “Saulo, perché mi perseguiti?”.
Da quel momento mi accorsi che proprio colui che volevo uccidere
e cancellare dal mondo, era vivo.
Mi sentii così amato e posseduto, nonostante i miei crimini,
che non esitai a dar la vita per lui.
Andai ovunque: Gerusalemme, Corinto, Antiochia, fino a Roma.
Non avevo pace. L’amore non da tregua e brucia, consuma.
Ero un niente, un aborto, ma lui aveva morso la mia carne
e mi ha reso forte.
È lui la mia vita: Cristo.