IL VIAGGIO DI PAPA FRANCESCO IN ARABIA
Dal 3 al 5 febbraio Papa Francesco si è recato nei paesi arabi per incontrare gli esponenti del mondo islamico e proporre un dialogo e una collaborazione fattiva per la costruzione della pace mondiale.
Un atto rivoluzionario, profetico e coraggioso, come ormai siamo abituati a vedere in Papa Francesco. Tra l’altro è la prima volta nella storia che un Papa mette piede sul suolo arabo. E tutto questo non fa altro che darci sollievo e speranza, dentro un mondo segnato da forti tensioni e scontri di civiltà.
Papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar hanno firmato un documento comune con il quale ambedue le parti si impegnano a smorzare le tensioni presenti sulla scena internazionale e rompere una volta per tutte l’alibi di chi vede nello scontro di civiltà e religioni la causa di guerre e violenze.
Ecco un passaggio del documento:
Attestiamo l’importanza del risveglio del senso religioso e della necessità di rianimarlo nei cuori delle nuove generazioni, tramite l’educazione sana e l’adesione ai valori morali e ai giusti insegnamenti religiosi, per fronteggiare le tendenze individualistiche, egoistiche, conflittuali, il radicalismo e l’estremismo cieco in tutte le sue forme e manifestazioni.
Il primo e più importante obiettivo delle religioni è quello di credere in Dio, di onorarLo e di chiamare tutti gli uomini a credere che questo universo dipende da un Dio che lo governa, è il Creatore che ci ha plasmati con la Sua Sapienza divina e ci ha concesso il dono della vita per custodirlo. Un dono che nessuno ha il diritto di togliere, minacciare o manipolare a suo piacimento, anzi, tutti devono preservare tale dono della vita dal suo inizio fino alla sua morte naturale. Perciò condanniamo tutte le pratiche che minacciano la vita come i genocidi, gli atti terroristici, gli spostamenti forzati, il traffico di organi umani, l’aborto e l’eutanasia e le politiche che sostengono tutto questo.
Altresì dichiariamo – fermamente – che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato – in alcune fasi della storia – dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini per portali a compiere ciò che non ha nulla a che vedere con la verità della religione, per realizzare fini politici e economici mondani e miopi.