Nella Celebrazione Eucaristica domenicale si avvicendano sull’altare persone diverse oltre al Sacerdote celebrante, il cui particolare ministero non è da tutti conosciuto.
Vogliamo perciò condividere con voi la bellezza dei diversi carismi laici presenti all’interno della celebrazione liturgica della Santa Messa.
Iniziamo con il ministero del Diacono.
Il diaconato è una vocazione, una vocazione che porta alla ordinazione Il diaconato è un evento di grazia. Perché lo Spirito del Signore ha voluto che il diaconato esistesse nella Chiesa? Perché è tornato ad esistere in questo momento della storia della Chiesa?
Il diaconato è una realtà antica e nuova. Antica in quanto tale ma nuova per noi che la rivediamo nella Chiesa dopo circa dieci secoli di assenza. Il diacono, non è un sacerdote perché non presiede l’Eucaristia e non assolve i peccati; nella maggior parte dei casi il diacono è coniugato e ha una sua professione, ha una propria veste liturgica, sull’altare ha un posto suo, ha il compito di proclamare il Vangelo e di tenere l’omelia, ha l’obbligo di celebrare la liturgia delle ore a nome dell’intera Chiesa, può celebrare la liturgia del battesimo, benedire le nozze, accompagnare alla sepoltura i defunti. Egli è un ministro di Cristo a tutti gli effetti. E’ un ordinato dal Vescovo a servizio della carita’.
La parola greca diakonos (che significa servitore) venne utilizzata sin dall’inizio della storia della Chiesa per indicare colui che si poneva nella comunità a servizio delle mense (Atti 6, 1-7).
Ogni cristiano è chiamato a servire Cristo e la sua Chiesa ma nella comunità è necessaria l’esistenza di qualcuno, come il diacono, che presieda in spirito di umile servizio a questo alto compito a cui tutti siamo chiamati.
In un simile quadro d’insieme la figura del diacono troverà senza fatica la sua collocazione e ci apparirà come un appello vivente al recupero della centralità della missione e della comunione nell’azione pastorale delle nostre comunità cristiane.