In questo momento storico così sconcertante, ogni iniziativa sembra superflua, tutto perde di senso di fronte al dramma della guerra, che ci mette davanti agli occhi la sofferenza e la cattiveria umana che non sono solo in guerra, ma lievemente sottese in ciascuno di noi.

La preghiera del papa ci ha messo di fronte alla nostra coscienza, personale e collettiva, per vedere quanto ancora abbiamo da camminare verso l’amore di Gesù. Anche noi siamo ciechi, ma Gesù sa darci la vista. Gesù sa ispirarci e guidarci sulla via del bene voluto e vissuto.

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.
In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te.  

Se vogliamo che il mondo cambi, deve cambiare anzitutto il nostro cuore. Per fare questo, oggi lasciamoci prendere per mano dalla Madonna“. L’omelia di Papa Francesco di venerdì è incentrata sul racconto evangelico dell’annunciazione, quando l’arcangelo annuncia a Maria la gravidanza, evento che viene commemorato dalla Chiesa il 25 marzo. “Guardiamo al suo Cuore immacolato, dove Dio si è posato, all’unico Cuore di creatura umana senza ombre. Lei è ‘piena di grazia’, e dunque vuota di peccato: in lei non c’è traccia di male e perciò con lei Dio ha potuto iniziare una storia nuova di salvezza e di pace. Lì la storia ha svoltato. Dio ha cambiato la storia bussando al Cuore di Maria“. Consacrare al cuore immacolato di Maria “il popolo ucraino e il popolo russo” non è “una formula magica” ma “un atto spirituale” nel nome “della fraternità e della pace”. “In unione con i Vescovi e i fedeli del mondo, desidero solennemente portare al Cuore immacolato di Maria tutto ciò che stiamo vivendo”, ha detto Papa Francesco: “Rinnovare a lei la consacrazione della Chiesa e dell’umanità intera e consacrare a lei, in modo particolare, il popolo ucraino e il popolo russo, che con affetto filiale la venerano come Madre. È il gesto del pieno affidamento dei figli che, nella tribolazione di questa guerra crudele e questa guerra insensata che minaccia il mondo, ricorrono alla Madre, come i bambini quando sono spaventati e vanno dalla mamma a piangere e cercare protezione, ricorriamo alla madre gettando nel suo Cuore paura e dolore, consegnando sé stessi a lei. E’ riporre in quel Cuore limpido, incontaminato, dove Dio si rispecchia, i beni preziosi della fraternità e della pace, tutto quanto abbiamo e siamo, perché sia lei, la Madre che il Signore ci ha donato, a proteggerci e custodirci”.

Quella della Madonna non è un’accettazione passiva o rassegnata, ma il desiderio vivo di aderire a Dio, che ha ‘progetti di pace e non di sventura”. E’ la partecipazione più stretta al suo piano di pace per il mondo. Ci consacriamo a Maria per entrare in questo piano, per metterci a piena disposizione dei progetti di Dio”, ha concluso il Papa: “Lo guidi attraverso i sentieri ripidi e faticosi della fraternità e del dialogo, sulla via della pace”.

Abbiamo bisogno di sentirci dire ‘non temere’. Ma non bastano le rassicurazioni umane, occorre la presenza di Dio, la certezza del perdono divino, il solo che cancella il male, disinnesca il rancore, restituisce la pace

da : Ritae Dicatum del 27 Marzo 2022