Un altro lettore ancora ci scrive:

Se non ho male interpretato le risposte precedenti ciò che differenzia la mia vita di brava persona da quella di brava cristiana è la Verità. Che deve venire da Lui e farci comportare come Lui; o meglio: porre al centro della nostra vita Lui. Aldilà delle difficoltà che si possono facilmente immaginare faccio fatica ad individuare il mezzo per ricercare la Verità che ho ben capito non è la mia interpretazione o quella di un amico… ma la Verità! Dove si compra?

Il confessarsi tutti i giorni mi affascina. Io faccio fatica a confessarmi una volta ogni tre mesi! Una volta solo le beghine lo facevano e noi ragazzi le deridevamo un po’… anche perché poi fuori da chiesa ci rincorrevano con i mattarelli…

 

Quando Pilato chiede a Gesù: “che cos’è la verità?” sant’Agostino commentando risponde: “vir qui adest” cioè “l’uomo che hai davanti”. Pilato non capiva che la verità non è una filosofia ma che essa – la verità – prende forma nei gesti di un uomo. È Gesù stesso la verità, non altro. Ora tu chiedi: con quale mezzo posso averla? Dove si compra? Per rispondere potrebbe aiutare questo passo di Sant’Agostino nel commento al vangelo di Giovanni:

“E’ come se uno vedesse da lontano la patria, e ci fosse di mezzo il mare: egli vede dove deve arrivare, ma non ha come arrivarvi. Così è di noi, che vogliamo giungere a quella stabilità… E anche se già scorgiamo la meta da raggiungere, tuttavia c’è di mezzo il mare di questo mondo. Ed è già qualcosa conoscere la meta, poiché molti neppure riescono a vedere dove debbono andare. Ora, affinché avessimo anche il mezzo per andare, è venuto di là colui al quale noi si voleva andare. E che ha fatto? Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare. Nessuno, infatti, può attraversare il mare di questo mondo, se non è portato dalla croce di Cristo”.

Che vuole dire Agostino? Vuole dire semplicemente che noi, tutti, desideriamo vivere come Dio ma con le nostre sole forze è impossibile. Di fatto è così. Dio ha capito meglio di noi questa nostra impasse e allora cosa ha fatto? Ci ha mandato il Figlio, Gesù, perché con lui diventasse possibile. L’esperienza dei santi ce lo conferma. Agostino parla di un “legno” che Cristo ci ha procurato per attraversare l’oceano della vita, la croce, ma non dobbiamo intenderlo come un castigo o come un peso. Con la croce Gesù ci ha amato, non ci ha condannato all’infelicità. Per un bambino la presenza e il rapporto con la mamma non è un peso ma una necessità. Togliere la mamma a un bambino significa farlo morire. Noi siamo tutti bambini davanti a Dio. Se ritroviamo il rapporto con lui come quello di un bambino con sua madre, allora possiamo dire di stare bene e di essere in grado di affrontare tutto, anche le persecuzioni. Un bambino in braccio a sua mamma non ha paura. Ecco chi è il cristiano.

Allora la verità non è qualcosa che si compra; è ciò di cui si gode vivendo il rapporto con Cristo, cioè con chi ci fa essere fino in fondo noi stessi. E Cristo non è tra le nuvole. Il grande Tertulliano diceva: “cristiani non si nasce, lo si diventa nella comunità”.

Il confessarsi tutti i giorni non devi intenderlo come un obbligo. Io l’ho semplicemente ricordato per far capire che i santi avevano come unico desiderio quello di assomigliare a Cristo il più possibile, perché capivano che assomigliare a Cristo significava essere sempre più se stessi. Lo avessimo noi un desiderio così! La confessione quotidiana era uno dei tanti strumenti che permetteva a loro di compiere quel desiderio. Non è chiaro?